
Sono titolare di una piccola azienda. Un mio dipendente è stato coinvolto in un incidente per colpa di altri e si trova in malattia da parecchi giorni. L’assenza del dipendente ha rallentato l’attività della mia azienda. Posso chiedere un qualche risarcimento per questa situazione?
L’assenza di un dipendente a seguito di un infortunio causato da un terzo può determinare un impatto economico rilevante per l’azienda. In questi casi, il datore di lavoro ha la possibilità di esercitare l’azione di rivalsa per ottenere il ristoro dei danni subiti. Vediamo in cosa consiste questo strumento giuridico, in quali circostanze può essere esercitato e qual è la procedura corretta da seguire.
Cos’è l’azione di rivalsa del datore di lavoro
L’azione di rivalsa è il diritto riconosciuto al datore di lavoro di richiedere il risarcimento dei danni economici subiti in conseguenza dell’assenza forzata di un proprio dipendente, quando tale assenza è dovuta a un evento illecito commesso da un terzo.
L’azienda, infatti, può trovarsi a dover sostenere una serie di oneri — sia diretti che indiretti — legati al mantenimento del rapporto di lavoro e all’organizzazione produttiva. Il responsabile civile (o la sua compagnia assicurativa) può essere chiamato a rimborsare tali costi.
Quali costi può sostenere l’azienda in caso di infortunio del dipendente
Quando un lavoratore subisce un infortunio per causa imputabile a un terzo (ad esempio, un sinistro stradale durante un viaggio di lavoro), l’impresa si trova ad affrontare diverse spese, tra cui:
- la retribuzione (in tutto o in parte) per il periodo di assenza;
- i contributi previdenziali e assistenziali;
- il TFR e le mensilità aggiuntive maturate;
- eventuali indennità previste dal contratto collettivo;
- il costo per l’assunzione temporanea di un sostituto;
- le perdite di produttività o l’interruzione delle attività operative;
- ritardi nelle consegne o mancata esecuzione di commesse, con potenziali penali contrattuali.
Tutti questi elementi possono costituire voci di danno risarcibile nell’ambito dell’azione di rivalsa.
Condizioni per esercitare la rivalsa
Affinché il datore di lavoro possa attivare la rivalsa, devono sussistere alcune condizioni fondamentali:
- Responsabilità di un terzo: l’infortunio del dipendente deve essere riconducibile a un comportamento colposo o doloso di un soggetto terzo.
- Danno documentabile: l’azienda deve essere in grado di dimostrare concretamente il danno economico subito.
- Presenza di una copertura assicurativa: è spesso determinante, ai fini pratici, la possibilità di rivolgersi direttamente alla compagnia assicurativa del responsabile civile.
La procedura per esercitare la rivalsa
L’azione può essere avviata nei confronti del soggetto responsabile del danno o direttamente verso la sua compagnia assicurativa. La normativa di riferimento è l’art. 2043 del codice civile, che sancisce l’obbligo di risarcimento per chi cagiona un danno ingiusto, e l’art. 144 del Codice delle Assicurazioni Private, che legittima l’azione diretta nei confronti dell’impresa assicuratrice.
Il datore di lavoro può agire:
- entro due anni, in caso di sinistri stradali;
- entro cinque anni, per le altre ipotesi di responsabilità civile.
Importante sottolineare che l’azione può essere esercitata anche se il dipendente non lavora più per l’azienda o in caso di concorso di colpa, purché il danno sia provabile e collegato causalmente all’evento.
Perché l’azione di rivalsa è poco conosciuta (e poco esercitata)
Nonostante si tratti di un diritto espressamente riconosciuto, l’azione di rivalsa è spesso sottovalutata o ignorata dalle imprese, anche a causa di una diffusa percezione che gli indennizzi forniti da INAIL o INPS siano sufficienti. Tuttavia, tali prestazioni coprono esclusivamente il lavoratore e non ristorano l’impresa per i costi sostenuti, lasciando il datore di lavoro privo di un adeguato ristoro se non si attiva con un’azione specifica.
Il ruolo dell’avvocato nella rivalsa aziendale
Per un datore di lavoro, intraprendere un’azione di rivalsa senza il supporto di un legale può rivelarsi complesso e rischioso. La fase istruttoria richiede un’accurata raccolta di documentazione, una solida quantificazione del danno e una strategia efficace per ottenere il risarcimento.
Un avvocato esperto in responsabilità civile e diritto del lavoro è in grado di:
- valutare la sussistenza dei presupposti giuridici;
- predisporre una diffida mirata alla compagnia assicurativa;
- redigere un’istanza risarcitoria corredata di prova documentale;
- gestire un’eventuale fase contenziosa.
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