Sono una ragazza di 20 anni e i miei genitori sono divorziati ormai da moltissimi anni. Ho sempre vissuto con mia madre, con la quale non ho mai avuto un buon rapporto (con mio padre invece sì) e ultimamente, dato che ormai son cresciuta e le esigenze sono diverse, le cose con lei vanno sempre peggio. Tra i vari problemi di convivenza, che mi causano non pochi danni psicologici, ce n’è un altro abbastanza grave. Mio padre paga a mia madre il mantenimento e mia madre quei soldi se li tiene per lei. Non mi compra da vestire, il cibo in casa scarseggia seriamente (ho anche proposto di andare io a fare la spesa con lei che mi ridesse i soldi successivamente, ma lei ha rifiutato, ovviamente), le pesa darmi anche un solo misero euro al mese e in tutto ciò non vuole farmi vedere e partecipare al conteggio delle spese (perché ovviamente le avanzano parecchi soldi che dovrebbe spendere per me, e che invece spende per lei stessa). Ora, io vivo con lei e con mia sorella nella casa che è di proprietà di mio padre.
Dato che con mio padre ho un buon rapporto e dato che mia madre sta rubando i soldi a lui e a me (e lui deve anche pagarsi l’affitto), ho deciso che voglio vivere con lui, con mio padre.
Quel che mi chiedo è: se mio padre avesse me in affido, e mia madre mia sorella, la quale sicuramente vuole stare con mia madre (è maggiorenne anche lei, ha 22 anni, ed ha un contratto a tempo determinato di lavoro), essendo la casa di mio padre, a chi spetterebbe stare in quest’ultima? A me sembra più logico (e giusto) che spetti a mio padre, ma dato che non lo so chiedo a voi. Grazie mille in anticipo!
La casa familiare, all’epoca della separazione dei tuoi genitori, è stata assegnata a tua madre in quanto genitore affidatario delle figlie. Infatti il coniuge che non è proprietario della casa ha diritto a rimanere in essa anche dopo la separazione se con lui convivono figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti.
La ragione di ciò va vista nell’esigenza di tutelare l’interesse preminente dei figli a rimanere nell’ambiente domestico in cui sono cresciuti; l’assegnazione della casa coniugale è finalizzata a preservare la continuità delle abitudini domestiche nell’immobile costituente l’habitat familiare.
In modo particolare ha lo scopo di proteggere i figli dal trauma di essere costretti a vivere lontano dal luogo dove fino a qual momento hanno condotto la loro esistenza.
E’ ovvio, quindi, che nel momento in cui i figli diventano economicamente indipendenti (potrebbe essere il caso di tua sorella) oppure decidono di andare a convivere con l’altro genitore, viene meno il diritto di abitazione nell’ex casa coniugale da parte del coniuge che non ne è proprietario.
In queste circostanze tuo padre potrebbe chiedere che sia accertato il venir meno del diritto di tua madre a rimanere nell’ex casa coniugale. L’estinzione del diritto di abitazione non è automatica o di diritto, ma deve sempre essere dichiarato dal Giudice dopo aver valutato l’interesse dei figli.
>>> Per richiedere una consulenza specifica su questo tema clicca qui
Renato Vanni
Cara “piccola ventenne”, mi spiace che tu viva la situazione che descrivi. Se ti può consolare almeno un po’, sappi che i casi come i tuoi sono relativamente frequenti. In ogni caso, ora che sei maggiorenne puoi chiedere che l’assegno di mantenimento che tuo padre versa a tua madre per te (se non ho capito male) sia versato direttamente nelle tue mani. A tua madre non farà piacere, ma almeno risolverai in parte l’ingiustizia della quale sei vittima. Poi fai seguire a tuo papà i consigli dell’avvocato per quanto concerne l’assegnazione della casa. Auguri di cuore. R