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Quando finisce l’assegnazione della casa al coniuge separato o divorziato?

Ti trovi qui: Home / Famiglia / Quando finisce l’assegnazione della casa al coniuge separato o divorziato?

23 Marzo 2018 //  by Simone Falusi//  1 commento

Sono una ragazza di 20 anni e i miei genitori sono divorziati ormai da moltissimi anni. Ho sempre vissuto con mia madre, con la quale non ho mai avuto un buon rapporto (con mio padre invece sì) e ultimamente, dato che ormai son cresciuta e le esigenze sono diverse, le cose con lei vanno sempre peggio. Tra i vari problemi di convivenza, che mi causano non pochi danni psicologici, ce n’è un altro abbastanza grave. Mio padre paga a mia madre il mantenimento e mia madre quei soldi se li tiene per lei. Non mi compra da vestire, il cibo in casa scarseggia seriamente (ho anche proposto di andare io a fare la spesa con lei che mi ridesse i soldi successivamente, ma lei ha rifiutato, ovviamente), le pesa darmi anche un solo misero euro al mese e in tutto ciò non vuole farmi vedere e partecipare al conteggio delle spese (perché ovviamente le avanzano parecchi soldi che dovrebbe spendere per me, e che invece spende per lei stessa). Ora, io vivo con lei e con mia sorella nella casa che è di proprietà di mio padre.
Dato che con mio padre ho un buon rapporto e dato che mia madre sta rubando i soldi a lui e a me (e lui deve anche pagarsi l’affitto), ho deciso che voglio vivere con lui, con mio padre.
Quel che mi chiedo è: se mio padre avesse me in affido, e mia madre mia sorella, la quale sicuramente vuole stare con mia madre (è maggiorenne anche lei, ha 22 anni, ed ha un contratto a tempo determinato di lavoro), essendo la casa di mio padre, a chi spetterebbe stare in quest’ultima? A me sembra più logico (e giusto) che spetti a mio padre, ma dato che non lo so chiedo a voi. Grazie mille in anticipo!

La casa familiare, all’epoca della separazione dei tuoi genitori, è stata assegnata a tua madre in quanto genitore affidatario delle figlie. Infatti il coniuge che non è proprietario della casa ha diritto a rimanere in essa anche dopo la separazione se con lui convivono figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti.

La ragione di ciò va vista nell’esigenza di tutelare l’interesse preminente dei figli a rimanere nell’ambiente domestico in cui sono cresciuti; l’assegnazione della casa coniugale è finalizzata a preservare la continuità delle abitudini domestiche nell’immobile costituente l’habitat familiare.
In modo particolare ha lo scopo di proteggere i figli dal trauma di essere costretti a vivere lontano dal luogo dove fino a qual momento hanno condotto la loro esistenza.

E’ ovvio, quindi, che nel momento in cui i figli diventano economicamente indipendenti (potrebbe essere il caso di tua sorella) oppure decidono di andare a convivere con l’altro genitore, viene meno il diritto di abitazione nell’ex casa coniugale da parte del coniuge che non ne è proprietario.




Infatti, l’art. 337 sexies del Codice civile prevede che il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli. Dell’assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato l’eventuale titolo di proprietà. Il diritto al godimento della casa familiare viene meno – oltreché nelle ipotesi sopra detta  – nel caso che l’assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio.

In queste circostanze tuo padre potrebbe chiedere che sia accertato il venir meno del diritto di tua madre a rimanere nell’ex casa coniugale. L’estinzione del diritto di abitazione non è automatica o di diritto, ma deve sempre essere dichiarato dal Giudice dopo aver valutato l’interesse dei figli.

>>> Per richiedere una consulenza specifica su questo tema clicca qui

Categoria: Famiglia, Separazione e DivorzioTag: assegnazione casa; separazione

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Renato Vanni

    23 Marzo 2018 alle 19:32

    Cara “piccola ventenne”, mi spiace che tu viva la situazione che descrivi. Se ti può consolare almeno un po’, sappi che i casi come i tuoi sono relativamente frequenti. In ogni caso, ora che sei maggiorenne puoi chiedere che l’assegno di mantenimento che tuo padre versa a tua madre per te (se non ho capito male) sia versato direttamente nelle tue mani. A tua madre non farà piacere, ma almeno risolverai in parte l’ingiustizia della quale sei vittima. Poi fai seguire a tuo papà i consigli dell’avvocato per quanto concerne l’assegnazione della casa. Auguri di cuore. R

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