Cassazione Civile Sez. III, sentenza n. 26422/08
Il contratto di vendita di una vacanza “all inclusive” sottoscritto da uno solo degli interessati, anche se alla presenza degli altri contraenti è pienamente valido. Lo ha precisato la Suprema Corte nella sentenza 26422/08 con cui ha respinto il ricorso di un ragazzo che, dopo aver disdetto il viaggio in Messico “tutto compreso” organizzato con altri amici, aveva chiesto la restituzione, negata dal giudice di pace, dell’acconto da lui versato per l’inesistenza di un contratto scritto. La Cassazione, infatti, ha confermato la decisione del primo giudice secondo il quale «se più persone intendono effettuare, negli stessi giorni, una vacanza insieme, raggiungendo la stessa località e pernottando negli stessi alberghi, non concludono – come invoca il ricorrente – tanti contratti distinti, ma un unico contratto». Cioè, acquistano un unico pacchetto turistico, relativo a più persone, così che deve escludersi che ogni partecipante al viaggio deve apporre la propria sottoscrizione al contratto e alle condizioni generali che lo regolano. Pertanto, per la Cassazione non contrasta con i principi informatori della materia e con la disciplina dei servizi turistici, la circostanza che il contratto è firmato da un soggetto mentre l’acconto per i servizi prenotati è materialmente corrisposto da un altro.
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